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La vasca da bagno e il cinema: una protagonista poco raccontata

Proviamo a fare un gioco. Chiudiamo gli occhi e lasciamoci guidare dalla parola “Vasca da Bagno”. Cosa avete immaginato? Ognuno pesca da vissuti e immaginari condivisi. Tuttavia è probabile che ci abbia aiutato anche qualche ricordo cinematografico.

Certo, la vasca da bagno ha dovuto aspettare un po’ prima di potere entrare nel grande schermo, condizionata soprattutto dalle regole della censura. Ma non appena ha potuto, la sala da bagno e in modo particolare questo interessante oggetto d’arredo, è diventato un elemento ampiamente utilizzato nelle sceneggiature.

E questo probabilmente per almeno due motivi. È indubbio che il bagno rappresenti un setting interessante, differente dalla classica sala da pranzo o da altri ambienti domestici più scontati. Ma forse è ancora più interessante dal punto di vista narrativo, fornendo elementi originali per svolte inaspettate della trama.

La vasca da bagno funge da elemento catalizzatore di alcuni frame emotivi che possono essere molto funzionali alla storia.
Ve ne proponiamo 3.

Erotismo, seduzione e…

L’acqua calda, i vapori, la nudità dei corpi, la possibilità di mascherare con la schiuma. Tutti elementi scenografici che contribuiscono a fare della vasca da bagno uno degli oggetti d’arredo più presenti nelle scene hot della filmografia internazionale. Ricordate la scena di del bagno di Cleopatra (1963), interpretato da Liz Taylor? o Merilyn Monroe coperta di schiuma in Quando la moglie è in vacanza (1955)?

A volte la vasca racconta anche vissuti di tenerezza, soprattutto quando l’occhio dello spettatore riconosce delle contraddizioni, come nel frame del film Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003).

Anche la forma ha la sua importanza: il nostro catalogo vi può fornire qualche esempio. Meglio spigolosa e decisa? O tondeggiante e accogliente?

Intimità e riflessività

Più spesso il bagno è un momento per sé stessi che non si vuole condividere con altri. Ecco allora che nel cinema viene sfruttato per sottolineare intimità e riflessività: la solitudine è favorita dalla chiusura della stanza al mondo esterno, a ciò che accade al di fuori di essa. Il mood prevalente è malinconico, poetico, talvolta triste.

Lo intuiamo chiaramente nel film dedicato a Maria Antonietta di Sofia Coppola del 2006, dove l’estetica e l’equilibrio cromatico marcano il vuoto che circonda quella elegante vasca stand alone, di altri tempi.

Attesa e paura

E’ probabile che parlare di sale da bagno e di cinema vi abbia subito fatto pensare alla famosissima scena di Psyco (1960). Vero: la protagonista usa la vasca per fare una doccia.

Nella costruzione narrativa della storia, attraverso precise scelte di inquadratura, lo stesso ambiente che prima abbiamo definito erotico oppure intimo diviene il set per un colpo di scena.

Indubbi naturalmente il ruolo del regista, la sceneggiatura e tutti gli artifizi cinematografici. Tuttavia, anche alcune caratteristiche intrinseche della vasca e della sala da bagno contribuiscono a creare l’effetto suspense.

In primo luogo, la presenza di rumori ambientali che possono distogliere l’attenzione dei personaggi, come ad esempio, l’acqua che scorre. In secondo luogo, la quotidianità dei gesti compiuti dai protagonisti favoriscono l’effetto distrazione, ovvero l’assenza dal contesto in cui si è immersi.

Infine, la condizione inerme della persona è l’elemento che fa da ciliegina sulla torta: l’attrice o l’attore ripresi di spalle, mentre si spogliano, comunicano allo spettatore il fatto di non essere preparati a ciò che li aspetta. E la scelta di mostrarsi senza veli si trasforma da erotica in una temibile attesa.

Tracce di una cultura

Non parliamo però solo del potere narrativo della vasca. La presenza di questo oggetto d’arredo nelle pellicole – soprattutto per quelle che sono diventate cult – ha reso immortale alcune scelte d’arredo di contesti abitativi che ormai è difficile, se non addirittura impossibile ritrovare. Nei musei dedicati al design, ad oggi, c’è poco spazio per tutti quegli oggetti d’arredo che caratterizzano la sala da bagno e se non fosse per quelle scene immortali, probabilmente ci saremmo già dimenticati di alcuni dettagli che raccontano la storia e la cultura di un certo tempo.

Oggi, i modelli Forma Aquae si inserirebbero nella narrazione testimoniando, in modo silenzioso, la relazione tra tecnologia, ricercatezza e personalizzazione che le linee attualmente in produzione sono in grado di offrire, adattandosi a tutte le esigenze registiche e fotografiche.

Il cinema nel cinema

Fuori dal set, la vasca è riuscita a sedurre diversi personaggi famosi, sia uomini che donne, che si sono lasciati immortalare dentro a questo oggetto cool.

Per quale motivo? Anche in questo caso, possiamo formulare ipotesi che intercettano la stretta relazione tra questo oggetto culturale e la rappresentazione di sé.

La vasca va ben oltre le sue funzionalità utilitaristiche e sa raccontare alcuni valori: seduzione, eros, introspezione ed anche bellezza, cura, intimità. Farsi rappresentare nella vasca è un modo per sottolineare precisi tratti egoici: sicuramente c’è una certa dose di esibizionismo, ma è innegabile il potere seduttivo e al tempo stesso giocoso, sia quando ad arricchire il potere narrativo dello scatto vi sia la schiuma, sia quando, in barba a tutte le buone abitudini, si entra in vasca vestiti, approfittando della sua capacità di accogliere e comodamente custodire.

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